Tratturo de Don Durito

10,00 

Siamo ancora sul tratturo, pastori erranti transumanti in compagnia di Don Durito, il fantastico scarabeo consigliere del sub comandante Marcos. Questa volta il viaggio si fa subito apertamente critico e di parte, un modo forse politicamente e artisticamente “scorretto” ma, di questi tempi, inevitabile e necessario.

Siamo ancora sul tratturo, pastori erranti transumanti in compagnia di Don Durito, il fantastico scarabeo consigliere del subcomandante Marcos. Questa volta il viaggio si fa subito apertamente critico e di parte, un modo forse politicamente e artisticamente “scorretto” ma, di questi tempi, necessario.
Un tratturo dove la nostra bisaccia, tra partigiani, agitatori sindacali, involontari soldati prigionieri in Africa Orientale, briganti emigranti, frati eretici condannati al rogo, canti di sirene e silenziosi parassiti, si è riempita di grandi storie e di un dolore da non dimenticare e che abbiamo voluto “cantare y no llores… per rallegrar los corazones!”:
Per tutti gli animi gentili.

 

SOCIETÀ DEI MUSICI:
Massimo Liberatori (voce – chitarra – armonica – ghironda)
Gianluca Bibiani (fisarmonica)
Claudio Scarabottini (tastiere – bouzouki – mandolino e riprese in studio)
Stefano Trabalza (chitarre)

Un ringraziamento agli altri partecipanti:
per il disegno di copertina: Anna Cattaneo
per l’impaginazione della copertina: Catia Giovannini
voci: Gaia Murasecco, John Kruth (Sabbotaggio) e Valter Corelli (Cinicchia Nazzareno)
contrabbasso: Franz Mayer (Giordano Bruno da Nola)
basso: Paolo Rosichetti (Tiritera) e Francesco Bonavenia (No alibi)
chitarra: Francesco Bonavenia (No alibi)
batteria e percussioni: Giancarlo Serano (No alibi), Mauro Formica (Giordano Bruno da Nola), Andrea Sensidoni (Tiritera)
violino: Gabriele Russo (L’allegra cançion de Don Durito)
mix e mastering: Paolo Chiari

 

L’allegra cançion de Don Durito 04:23

Musica di Massimo Liberatori – Claudio Scarabottini – Stefano Trabalza – Gianluca Bibiani / Testo di Massimo Liberatori

Tentativo di canzone allegra divisa tra amore sognante e pensiero razionale, tra il cartone Coco e Don Durito, lo scarabeo zapatista della Selva Lacandona nel Chiapas invenzione letteraria e guida politico spirituale del subcomandante Marcos. Nella canzone c’è anche la voce del sub.
(1) Mariachi: gruppi musicali della tradizionale messicana nelle feste (dei morti, matrimoni ecc.).
(2) Gusano: verme parassita delle piante di agave messo nelle bottiglie del suo distillato: il mescal.
(3) Guitarron: chitarrone basso messicano tipico dei gruppi mariachi.
(4) Ranchera: la parola ranchera deriva da rancho, vecchia casa rurale mexicana dove nasce il genere musicale dei mariachi durante e dopo la rivoluzione messicana al via nel 1910 per porre fine alla dittatura militare del generale Porfirio Díaz e terminata con la promulgazione della costituzione politica degli Stati Uniti Messicani nel 1917… (Emiliano Zapata).
(5) No llores: non piangere.
(6) Don Durito della Lacandona:… consigliere del subcomandante Marcos che lo citava nei comunicati (EZLN) nella lotta contro il liberismo messicano per tutelare gli indigeni del Chiapas; Don Durito un’invenzione?
“lui non è un’invenzione, è reale. Io, semmai, sono un’invenzione”: Marcos
(7) Lacandona: foresta del Chiapas al confine con il Guatemala, abitata da indios lacandon = maya.

Cielito Lindo … Ay, ay, ay, ay, Canta y no llores, porque cantando se alegran cielito lindo, los corazones.
… Ay, ay, ay, ay Canta e non piangere, perché cantando i cuori piccioncino bello, si allietano

 

17 gennaio 1945 (I Volontari del ’45) 04:24

Musica di Massimo Liberatori – Claudio Scarabottini – Stefano Trabalza – Gianluca Bibiani / Testo di Massimo Liberatori

Dedicata ai partigiani volontari caduti ad Alfonsine: Fosco Fusaglia, Gaetano Baldini e Mario Mattioli.
Il 17 gennaio del 1945 partirono dall’Umbria, già liberata dal luglio del 1944, gruppi di volontari partigiani diretti a combattere il nazi-fascismo sulla Linea Gotica. Cinquanta di loro erano nativi di Spello e tre di loro Fosco Fusaglia, Gaetano Baldini e Mario Mattioli morirono per liberare Alfonsine (Ra) nel 1945. Con loro partirono anche un fornaio minorenne Italo Scarponi e Francesco Proietti detto Checco che, dopo essere tornato a casa, scrisse una poesia in memoria di quei fatti dalla quale è stata tratta questa canzone.
*Cremona: “gruppo di combattimento” cobelligerante costituito dalla 44ª Divisione di Fanteria “Cremona” dopo l’armistizio 3/8 settembre 1943. Entrò in linea nel gennaio 1945 alle dipendenze del V° Corpo d’armata britannico, inquadrando i partigiani della 28ª Brigata Garibaldi “Mario Gordini” comandata da Bulow (Arrigo Boldrini), unica unità partigiana aggregata organicamente ai Gruppi di Combattimento.
Tra il 10 e il 13 aprile il Gruppo prese parte all’operazione Sonia, ruppe la linea difensiva tedesca sul fiume Senio e avanzò per liberare Alfonsine…
*Prampolini prof. Giacomo, mandava notizie di Spello ai volontari
*Fittajoli Italo, Sindaco di Foligno e volontario Capitano di Compagnia della Divisione Cremona
*Gianformaggio Angelo Tenente di Plotone di compagnia della Cremona
– 20 maggio 1944 sbarco ad Anzio
– 04 giugno 1944 liberazione Roma e 16 giugno 1944 liberazione Spello e Foligno
– 10 aprile 1945 liberazione Alfonsine

 

Tiritera (Diario di un prigioniero di guerra) 03:20

Musica di Massimo Liberatori – Claudio Scarabottini – Stefano Trabalza – Gianluca Bibiani / Testo di Massimo Liberatori

Diario/tiritera di un prigioniero della guerra in Africa orientale
Testo tratto da una memoria scritta sotto forma di tiritera dal giovane marinaio Mario Parasassi durante la prigionia in Africa Orientale nel campo di Naivascia (Novash) in Kenia. Si ritrovò lì a seguito delle vicende della seconda guerra mondiale. Non era un volontario e io l’ho conosciuto come uomo di pace e di sensibilità solidale, oltre che padre di un mio carissimo amico dall’infanzia.
Personaggi: il giovane marinaio Mario, una nave, un duca di Aosta, un Negus ras Tafari, tre gas velenosi, un dottore, un comò, il tamarindo…
Naivascia: (Novash) campo di prigionia in Kenia.
Amba Aradam: altopiano etiope, “Abissinia”, teatro nel 1936 della guerra coloniale italiana combattuta usando anche gas velenosi: fosgene, arsina ed iprite…
Duca d’Aosta, breve nota sul colonialismo italiano: … a seguito della spartizione dell’Africa da parte delle potenze europee nel (1881-1914), il Regno d’Italia controllava Eritrea, Somalia, Cirenaica, Tripolitania e Isole egee.
Il regime fascista con la guerra del 1935-36 conquistò l’Etiopia dando vita all’Africa Orientale Italiana. Nel 1937 Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, vi si insediò come governatore generale. Il duca, insieme al generale Rodolfo Graziani, su autorizzazione di Mussolini, fu tra i primi utilizzare i gas velenosi (fosgene, arsina ed iprite) nelle azioni repressive contro la resistenza etiope e le popolazioni civili. Nel 1941, di fronte alla avanzata degli inglesi, le truppe italiane rimaste al suo comando si ritirarono sulle montagne etiopiche dell’Amba Alagi dove il duca fu fatto prigioniero e anche lui portato in Kenia.
Negus (re)
Hailé Selassié “potenza della trinità”), nato Tafari Maconnèn secondo la tradizione etiope ras Tafarì Maconnèn (ras è un titolo aristocratico) incoronato imperatore con il nuovo nome di Hailé Selassié I°. Oppositore dello schiavismo, è considerato dal movimento rastafariano (reggae) il nuovo Messia tornato sulla terra per liberare le nazioni dal male nazifascista e, in primis, la popolazione nera.

 

Parassita 04:38

Musica e Testo di Massimo Liberatori

Canzone nata durante il primo lockdown da Covid ’19. Il parassita è una presenza che oggi si chiama virus, ma che, anche fuori pandemia, c’è perennemente infettante e tentatore come una sirena…
Sirena 3:58

Musica di Massimo Liberatori – Claudio Scarabottini – Stefano Trabalza / Testo di Massimo Liberatori

Canzone nata a mo’ di zirudella o stornellata che mi segue da anni silenziosamente rimanendo, comunque, seria e contemporanea. Anche questa una perenne presenza infida e silenziosa come un parassita…

 

No Alibi (1998) 04:20

Musica e Testo di Massimo Liberatori

Riflessione anche un po’ amara di rabbia, di lotta, di pazzia e d’amore.

 

Sabbotaggio (Tarara boom de ay) 03:40

Musica e Testo di H.J. Sayers/J. Hill – elaborazione di Massimo Liberatori

Il sabotaggio è stata una delle prime forme di lotta radicale degli operai negli USA per la conquista delle otto ore e per ottenere migliori condizioni di lavoro. È qui proposta in romanesco volgare poiché è elaborata da un testo in slang di Joe Hill, hobo e sindacalista wobblies, su di un motivo preesistente. Fu pubblicata per la prima volta nel marzo del 1916 nel “Joe Hill Memorial Edition of the Industrial Workers” e in breve divenne uno dei canti più conosciuti del patrimonio del canzoniere operaio internazionale. In Italia, Massimo Liberatori ha proposto una sua versione nel disco allegato al libro Never Forget Joe Hill” di Rino De Michele & A. A. (ApARTe° & FuoriPosto edizioni, Venezia) pubblicato nel 2015 in occasione delle celebrazioni per il centenario dell’assassinio di Joe Hill e, in questa nuova versione registrata con la Società dei Musici, lo accompagna la voce del folksinger newyorchese John Kruth.

 

Cinicchia Nazzareno (La fuga) 04:16

Musica di Maurizio Marrani / Testo di Massimo Liberatori

Nazzareno Guglielmi, detto Cinicchia (1830-1901?), nativo di Assisi, fu un noto brigante che operò nel territorio tra l’Umbria e le Marche, allora parte dello Stato Pontificio. Le sue gesta furono mitizzate dalla cultura popolare tanto da far affermare allo storico Parrini che “… fu temuto dai ricchi e amato dai poveri i quali, spesso, finiva con l’aiutare”. Successivamente riuscì a fuggire in Argentina. Come sia scomparso non si sa, ma da una sua lettera ai parenti lo sappiamo ancora vivo nel 1901. Un grazie per questa canzone va all’attore scrittore Amico Valter Corelli autore di ricerche e libri sul brigante Cinicchia.

 

Giordano Bruno da Nola 06:46

Musica e Testo di Massimo Liberatori

Canzone scritta da Massimo e cantata nel 2000 a Roma in piazza Campo de’ Fiori ai piedi della statua di Giordano Bruno, in occasione dei 400 anni dal rogo.