Accordion for Beethoven

12,00 

Erano trascorsi appena due anni dalla scomparsa di Ludwig van Beethoven, quando, proprio a Vienna Cyrill, Demian registrava nel 1829 il brevetto del suo Akkordeon, strumento che solo in nuce serbava quella complessità tecnico – fonica maturata poi nel tempo, fino a configurare la moderna fisarmonica da concerto. Quasi due secoli dopo la fisarmonica offre a Beethoven, nel duecentocinquantesimo anniversario della nascita, l’originalità e la plasticità sonora di strumento polifonico dal suono tenuto e con variabilità dinamica immediata, uno strumento sintesi delle modalità espressive di fiati, archi e tastiere.

Just two years had passed since the death of Ludwig van Beethoven, when in Vienna Cyrill Demian registered in 1829 the patent of his Akkordeon, an instrument that only in nuce held a so great technical and sound complexity then matured over time, up to configure the modern concert accordion. Almost two centuries later, the accordion offers Beethoven, on the two hundred and fiftieth anniversary of his birth, the originality and the sound plasticity of a polyphonic instrument, with its continous sound and its immediate dynamic variability, an instrument synthesis of the expressive modes of keyboards, wind and string instruments.

Una collezione di trascrizioni, un CD e un album digitale

Progetto a cura di Patrizia Angeloni

Ars Spoletium Edizioni Musicali in collaborazione con Strumenti&Musica Magazine, con il patrocinio del Nuovo C.D.M.I. (Nuovo Centro Didattico Musicale Italiano)

 

Erano trascorsi appena due anni dalla scomparsa di Ludwig van Beethoven, quando, proprio a Vienna Cyrill, Demian registrava nel 1829 il brevetto del suo Akkordeon, strumento che solo in nuce serbava quella complessità tecnico – fonica maturata poi nel tempo, fino a configurare la moderna fisarmonica da concerto. Quasi due secoli dopo la fisarmonica offre a Beethoven, nel duecentocinquantesimo anniversario della nascita, l’originalità e la plasticità sonora di strumento polifonico dal suono tenuto e con variabilità dinamica immediata, uno strumento sintesi delle modalità espressive di fiati, archi e tastiere.

Dalla produzione del compositore il progetto seleziona alcune delle opere che meglio possono accogliere il contributo della fisarmonica e quindi prestarsi ad una sorta di nuova creazione, tanto sul piano della scrittura quanto su quello della prassi esecutiva, spaziando da alcune delle pagine più conosciute a quelle di più raro ascolto. Così la collezione Accordion for Beethoven integra arricchisce quel repertorio di trascrizione in cui l’opera originale viene posta in una nuova lettura, talvolta in operazioni di riscrittura in cui la fisarmonica si esprime più nella sua natura di ensemble strumentale che in quella di moderno organo portativo, nel segno di quella attenzione alla musica strumentale e alla cura della orchestrazione di cui l’opera beethoveniana è intrisa.

Patrizia Angeloni

(Concertista e Docente titolare di Fisarmonica al Conservatorio Ottorino Respighi di Latina)

 

Just two years had passed since the death of Ludwig van Beethoven, when in Vienna Cyrill Demian registered in 1829 the patent of his Akkordeon, an instrument that only in nuce held a so great technical and sound complexity then matured over time, up to configure the modern concert accordion. Almost two centuries later, the accordion offers Beethoven, on the two hundred and fiftieth anniversary of his birth, the originality and the sound plasticity of a polyphonic instrument, with its continous sound and its immediate dynamic variability, an instrument synthesis of the expressive modes of keyboards, wind and string instruments.

From the production of the composer the project selects some of the works that can best accommodate the contribution of the accordion and then lend themselves to a kind of new creation, both on the level of writing and on that of performance practice, ranging from some of the most popular pages to those of the rarest listening.

Thus the Accordion for Beethoven collection integrates a transcription repertoire in which the original work is placed in a new reading, sometimes in rewriting operations in which the accordion expresses itself more in its nature as an instrumental ensemble than in that of the modern portable organ, in the sign of the attention to instrumental music and orchestration care of which the Beethoven opera is steeped.

Patrizia Angeloni

(Concert player and Professor of Accordion at Conservatory Ottorino Respighi of Latina)

 

Il duecentocinquantesimo anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven non poteva essere taciuto da un magazinemusicale come “Strumenti&Musica”, nemmeno se il magazine in questione si occupa, prevalentemente, di fisarmonica. Allora, ecco l’idea: chiedere, a chi di fisarmonica classica se ne intende davvero, di trascrivere per quello strumento alcune opere partorite da quel genio immortale. La sfida è stata raccolta da Patrizia Angeloni e dal suo Nuovo C.D.M.I. Ora, il risultato è sotto gli occhi e le orecchie di tutti.

Noi di “Strumenti&Musica” ne siamo particolarmente orgogliosi.

Sergio Macedone

(Direttore Strumenti&Musica Magazine)

 

The 250th anniversary of the birth of Ludwig van Beethoven could not unnoticed by a music magazine as “Strumenti&Musica”, even if our magazine deals mainly with accordion.
So, here’s our idea: ask to talented classical accordionists to transcribe for the instrument some pieces created by the immortal genius. The challenge was met by Patrizia Angeloni, President of Nuovo C.D.M.I. of Castelfidardo.

Now “Strumenti&Musica” is very proud to show you the result of our collaboration.

Sergio Macedone

(Director Strumenti&Musica Magazine)

 

Accordion for Beethoven: a proposito di trascrizione
Come collocare Accordion for Beethoven, a fronte di quella che sembrerebbe essere la nota avversione di Beethoven nei confronti delle trascrizioni? Dal testo integrale di un frammento di lettera del compositore agli editori Breitkopf & Hartel di Lipsia (Thayer, II, pagina 183), leggiamo:

«A proposito delle trascrizioni, sono veramente lieto che le abbiate rifiutate. Sarebbe ora di smetterla con questa mania imperversante di voler trapiantare persino pezzi per pianoforte sugli strumenti ad arco, che sono tutti radicalmente diversi gli uni dagli altri. Sostengo fermamente che soltanto Mo­zart era in grado di ridurre per altri strumenti la propria musica per pianoforte, e così pure lo sarebbe Haydn. E senza volermi mettere accanto a quei due grandi uomini, sostengo la stessa cosa per le mie sonate per pianoforte; perché non soltanto interi brani dovrebbero essere completamente omessi o modificati, ma altri dovrebbero essere aggiunti, e qui sta il maggiore ostacolo, per superare il quale si dovrebbe essere il compositore stesso o almeno possederne la medesima capacità ed inventiva. Una volta sola, unicamente in seguito a insistenti preghiere, ho trasformato una mia sonata in un quartetto per s.(trumenti) ad arco, ma sono certo che nessun altro potrebbe facilmente imitarmi.»

Posto che la trascrizione d’autore è una pratica presente in modo determinante nella storia della musica, è chiaro come l’avversione di Beethoven sia qui rivolta a quegli interventi di trasposizione indiscriminata della scrittura pianistica, con particolare riferimento alle Sonate, da cui risulterebbero snaturate tanto la identità strumentale quanto l’idea musicale. Invece, anche se raramente, Beethoven stesso trascrive, o meglio “trasforma” (per usare le sue parole) le sue opere per organici differenti: un esempio su tutti il Settimino op. 20, nato per violino, viola violoncello, contrabbasso, clarinetto, corno e fagotto, e trascritto per pianoforte, clarinetto (o violino) e violoncello, op. 38, operazione evidentemente coerente con quanto le sue parole esprimono in riferimento ai lavori di trascrizione dei suoi illustri predecessori.
Si tratta quindi di intendere la trascrizione non come operazione di “copiatura alla lettera” dell’opera originale, ma come una sorta di traduzione, trasformazione, riscrittura. La scrittura beethoveniana è per lo più altamente tipicizzata, connotante identità strumentali difficilmente inscindibili dall’idea musicale. Allo stesso tempo è possibile che talvolta la scrittura pianistica celi, in sintesi, espressioni strumentali differenti. Ed è  proprio qui che la fisarmonica interviene, cogliendo tali altre identità ed esprimendole riforgiando opportunamente la propria doppia natura di organo portativo espressivo e di ensemble polistrumentale in sintesi, con il suo suono polifonico, tenuto e variabile dinamicamente, estremamente duttile al gesto dell’esecutore.
L’operazione di trascrizione di Accordion for Beethoven ha inizio quindi nella selezione del repertorio da trascrivere: una scelta, come si è già detto, non casuale, fondata sulla individuazione di una scrittura che suggerisse la traduzione di una presenza strumentale “altra” intrinseca nello strumento originale, ma sempre nel rispetto della integrità del contenuto musicale.
Così, accanto ad alcune delle opere originariamente destinate al pianoforte (anche con la voce e con il flauto) e agli strumenti ad arco (già esistenti anche nella versione per pianoforte), Accordion for Beethoven ha selezionato i cinque pezzi per organo meccanico, la cui scrittura, pur legittimamente traducibile nella dimensione organistica (e quindi fisarmonicistica), può risultare vicina ad una idea di “musica pura”  implicitamente permeata dalla presenza di un ensemble strumentale qui espressa da due fisarmoniche.
In sostanza, quindi, una collezione che non tradisce l’intenzione beethoveniana, ma vuole rendere omaggio al  rivoluzionario compositore che ha aperto nuove prospettive alla creazione musicale e che, osiamo esserne certi, avrebbe amato la “nostra” fisarmonica da concerto.

Patrizia Angeloni

 

Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti delle note di presentazione di Accordion for Beethoven firmate da Patrizia Angeloni, e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica, discussione, di ricerca scientifica, studio e insegnamento, nei limiti giustificati da tali fini e purché non siano usati per fini commerciali e non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera e per fini non commerciali. Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell’opera, dei nomi dell’autore e dell’editore.

 

Accordion for Beethoven: about transcription
How to place Accordion for Beethoven, in the face of what would seem to be Beethoven’s well-known aversion to transcriptions? From the full text of a fragment of the composer’s letter to the publishers Breitkopf & Hartel of Leipzig (Thayer, II, page 183), we read:

«Regarding the transcriptions, I am very pleased that you have rejected them. It would be time to stop this impassable mania of wanting to transplant even piano pieces on the string instruments, which are all radically different from each other. I firmly maintain that only Mozart was able to reduce his own piano music for other instruments, and so would Haydn. And without wanting to put myself next to those two great men, I support the same thing for my piano sonatas; for not only whole pieces should be completely omitted or modified, but others should be added, and here lies the greatest obstacle, to overcome which one should be the composer himself or at least possess the same ability and inventiveness. Only once, only after insistent prayers, I turned my sonata into a string quartet for s.(trumenti), but I’m sure no one else could easily imitate me.»

Given that the author’s transcription is a practice present in a decisive way in the history of music, it is clear that Beethoven’s aversion is here directed to those interventions of indiscriminate transposition of piano writing, with particular reference to the Sonatas, which would distort both the instrumental identity and the musical idea. Instead, although rarely, Beethoven himself transcribes, or rather “turn”  (to use his words) his works for different organics: an example of all the Septet op. 20, born for violin, viola violoncello, double bass, clarinet, horn and bassoon, and transcribed for piano, clarinet (or violin) and cello, op. 38, operation evidently consistent with what his words express in reference to the transcription works of his illustrious predecessors.
It is therefore a matter of understanding the transcription not as an operation of “copying” the original work, but as a sort of translation, transformation, rewriting. Beethoven’s writing is mostly highly typified, connoting instrumental identities hardly inseparable from the musical idea. At the same time it is possible that sometimes piano writing conceals, in summary, different instrumental expressions. And it is precisely here that the accordion intervenes, capturing these other identities and expressing them by appropriately forging its dual nature of expressive carrier organ and poly-romanian ensemble in synthesis, with its polyphonic sound, continous and dynamically variable, extremely ductile to the gesture of the performer. The work of transcription by Accordion for Beethoven begins then in the selection of the repertoire to be transcribed: a choice, as has already been said, not accidental, based on the identification of a writing that suggested the translation of an instrumental presence “other” intrinsic to the original instrument, but always respecting the integrity of the musical content. Thus, alongside some of the works originally intended for the piano (also with the voice and with the flute) and the string instruments (already existing also in some piano version), Accordion for Beethoven selected the five pieces for mechanical organ, whose writing, although legitimately translatable into the organ dimension (and therefore accordion), may be close to an idea of “pure music”  implicitly permeated by the presence of an instrumental ensemble here expressed by two accordions.
In essence, therefore, a collection that does not betray the intention of Beethoven, but wants to pay homage to the revolutionary composer who has opened new perspectives to musical creation and that, we dare be certain, would have loved “our” concert accordion.

Patrizia Angeloni

 

The summary, citation or reproduction of passages or parts  of the presentation notes of Accordion for Beethoven signed by Patrizia Angeloni, and their communication to the public are free if made for use by critics, discussion, scientific research, study and teaching, to the limits justified by those purposes and provided that they are not used for commercial purposes and do not compete with the economic use of the work and for non-commercial purposes. The summary, citation or reproduction must always be accompanied by a reference to the title of the work, the names of the author and the publisher.

 

Accordion for Beethoven – La collezione (trascrizioni)

Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)

 

Fünf Stücke für Flötenuhr
per due fisarmoniche da concerto
dall’op. WoO 33
I. Allegro non più molto
II. Allegretto
III. Adagio assai
IV. Scherzo, Allegro
V. Allegro
(trascrizione di Umberto Turchi)

Sei Variazioni su “Nel cor più non mi sento”
dalla “Bella Molinara” di Paisiello
per fisarmonica da concerto
dall’op. WoO 70 per pianoforte
(trascrizione di Ivano Battiston)

Ich liebe dich
Lied per flauto e fisarmonica da concerto
dall’op. WoO 123 per voce e pianoforte
(trascrizione di Ivano Battiston)

Schöne Minka
Variazioni per fisarmonica da concerto e flauto
dall’op. 107, n. 7, per pianoforte con accompagnamento di flauto o violino a piacere.
(trascrizione di Ivano Battiston)

Adelaïde, Einsam wandelt dein Freund (Solitario va il tuo amico)
Lied per soprano e fisarmonica da concerto
dall’op. 46 per soprano e pianoforte
(trascrizione di Ivano Battiston)

Preludio
per due fisarmoniche da concerto
dall’op. WoO 55 per pianoforte
(trascrizione di Ivano Paterno)

 

 

Accordion for Beethoven – Il CD/album digitale

Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)

 

1. Sei Variazioni su “Nel cor più non mi sento”
dalla “Bella Molinara” di Paisiello dall’op. WoO 70
Ivano Battiston (fisarmonica da concerto)
(trascrizione di Ivano Battiston)
Edizioni Musicali Ars Spoletium

2. Ich liebe dich
Lied per flauto e fisarmonica da concerto dall’op. WoO 123
Roberto Fabbriciani (flauto) Ivano Battiston (fisarmonica da concerto)
(trascrizione di Ivano Battiston)
Edizioni Musicali Ars Spoletium

3. Danze dalle op. WoO 13 – WoO 11 – WoO 31
Ivano Paterno (fisarmonica da concerto)
3. Danza tedesca
4. Danza campestre
5. Danza tedesca
6. Danza tedesca
7. Danza campestre
8. Danza tedesca
9. Danza paesana
10. Danza tedesca
11. Danza tedesca
12. Danza tedesca
13. Schöne Minka
14. Danza tedesca
15. Piccola fuga a tre voci (WoO 31)
(adattamenti di Ivano Battiston in Hallo Beethoven!)
Edizioni Curci/Berben

16. Adelaïde, Einsam wandelt dein Freund (Solitario va il tuo amico)
Lied per soprano e fisarmonica da concerto dall’op. 46
Liana Maeran (soprano) Ivano Battiston (fisarmonica da concerto)
(trascrizione di Ivano Battiston)
Edizioni Musicali Ars Spoletium

17. Preludio
per due fisarmoniche da concerto dall’op. WoO 55
Ivano Battiston – Ivano Paterno (fisarmoniche da concerto)
(trascrizione di Ivano Paterno)
Edizioni Musicali Ars Spoletium

18. Fünf Stücke für Flötenuhr
per due fisarmoniche da concerto dall’op. WoO 33
Patrizia Angeloni – Umberto Turchi (fisarmoniche da concerto)
18. Allegro non più molto
19.  Allegretto
20. Adagio assai
21. Scherzo, Allegro
22.  Allegro
(trascrizione di Umberto Turchi)
Edizioni Musicali Ars Spoletium

23. Schöne Minka
Variazioni per fisarmonica da concerto e flauto dall’op. 107, n. 7
Roberto Fabbriciani (flauto) Ivano Battiston (fisarmonica da concerto)
(trascrizione di Ivano Battiston)
Edizioni Musicali Ars Spoletium